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Diritto penale fallimentare

Il diritto penale fallimentare opera nel contesto della crisi d’impresa, abitualmente dopo la dichiarazione di fallimento ed è finalizzato a perseguire le condotte che abbiano reso gravosa o addirittura impossibile la corretta ed equa ripartizione dell’attivo fra i creditori sociali.

I reati fallimentari sono disciplinati dal titolo VI della Legge fallimentare, che li distingue tra delitti commessi dal fallito (art. 216-222) e da persone diverse dal fallito (art. 223-235): amministratori, direttori generali, sindaci e liquidatori di società fallite nonché dal curatore fallimentare. L’ultimo capo (art. 236-237) riguarda i reati commessi nell’ambito del concordato preventivo, degli accordi di ristrutturazione dei debiti, dei piani attestati e della liquidazione coatta amministrativa.

I principali delitti fallimentari sono:  bancarotta, che può essere propria o impropria, semplice o fraudolenta, a sua volta patrimoniale, documentale o preferenziale, ricorso abusivo al credito e falso in attestazioni e relazioni.

L’avvocato Luigi Gianzi, nel corso della sua più che trentennale attività professionale, ha partecipato ai più rilevanti processi in materia penale fallimentare, dal crack del Banco Ambrosiano a quello della Cassa di Risparmio di Teramo, passando da Parmalat.

L’esperienza, maturata in ambito giudiziale e consulenziale, ha il pregio di essere a trecentosessanta gradi, dispiegandosi tanto nella difesa dell’imputato quanto a favore delle curatele fallimentari in veste di parte civile.